E' veramente ecologico il bicarbonato di sodio?
Scopri tutto quello che c'e' da sapere sul bicarbonato di sodio, un prodotto utile ma attenzione alla provenienza.
Se autoproduci in casa, che sia in cucina o in cosmetica, oppure pensi di pulire senza inquinare, dovresti conoscere bene le materie prime che utilizzi.
Il bicarbonato di sodio e' un ingrediente davvero molto utilizzato da qualche anno a questa parte, grazie sopratutto alla sua efficacia lo possiamo utilizzare per diversi scopi pensando sia completamente ecologico, inoltre è venduto in scatole di cartone.
Come nasce il bicarbonato?
Già gli antichi Egizi utilizzavano un minerale che chiamavano “natron”(carbonato decaidrato di sodio). Si e' tramandato fino ai Greci e ai Romani, che trasformarono leggermente il nome in natrium, una definizione giunta fino ai giorni nostri tanto che il sodio ora viene contrassegnato dalla sigla Na.
Il bicarbonato in natura si trova frequentemente disciolto nelle acque superficiali e sotterranee ma è presente più raramente come minerale.
Nel 1700 gli esseri umani cominciarono a provare a realizzare artificialmente il bicarbonato. Dopo il primo tentativo fallimentare di Nicolas LeBianc, e' dalla seconda metà del 1800 che si riusci' a produrre . Fu il chimico e imprenditore belga Ernst Solvay , che elaborò un differente metodo di produzione del bicarbonato, nato dalla reazione tra il cloruro di sodio (il sale) e il carbonato di calcio.
Si ritenne questo metodo chimico meno pericoloso, non inquinante ed economico rispetto all'estrazione diretta in natura che sappiamo una volta si effettuata in Italia nella zona di Rosignano in Toscana (dove molto strategicamente la ditta Solvay ha una sua grossa sede in cui produce il bicarbonato chimicamente e inquina non poco - vedremo in seguito in che modo).
L'industria alimentare lo utilizza come addittivo e si trova tra gli ingredienti con la sigla E500 , ma attualmente la denominazione purissimo si riferisce soltanto al bicarbonato di sodio ad utilizzo alimentare ma prodotto industrialmente (ringrazio Elisa Nicoli di autoproduco.it per questi chiarimenti).
Il metodo Solvay per la produzione del bicarbonato, consiste nel far passare ammoniaca e anidride carbonica in una soluzione di cloruro di sodio, la reazione che avviene produce cloruro di ammonio e bicarbonato di sodio. In questo processo l’ammoniaca viene completamente riciclata, solo la salamoia (il cloruro di sodio) ed il calcare (il carbonato di calcio) vengono consumati e l’unico prodotto di scarto è il cloruro di calcio.
Per produrre il bicarbonato e far funzionare l’azienda sono necessari acqua e sale con i quali si ottengono i derivati del cloro. Queste materie prime arrivano da vicino: l’acqua dal fiume Cecina e il sale da Volterra (le saline sono praticamente ad uso esclusivo di Solvay), regolati da un accordo di oltre 20 anni fa con i monopoli di Stato. Risorse che però si stanno esaurendo a causa del consumo smodato da parte dell’azienda, il che sta creando un serio problema di dissesto idrogeologico nella zona di Volterra.
Il problema della produzione indistriale
A Rosignano Marittimo le spiagge sono di sabbia bianca e le acque appaiono di un azzurro apparentemente puro, come ai Caraibi. Purtroppo non sono affatto naturali, nessuna alga o pesce è presente in queste acque che non sono nemmeno limpide ma a detta di chi ha visitato questa spiaggia l'acqua risulta torbida, opaca e bianca a causa degli scarichi della ditta Solvay che è del paese accanto .
L’operato della multinazionale belga è finito nel miro di Report che ha svelato una serie di sconvolgenti retroscena.
La puntata di Report la puoi vedere qui REPORT ALLA FACCIA DEL BICARBONATO DI SODIO!
Come racconta il servizio di Adele Grossi, che ha ripercorso un po’ tutta la storia dell’azienda, l’industria chimica Solvay nel solo 2017 ha scaricato in mare una serie di sostanze tossiche pericolose ed inquinanti:
- 4,18 tonnellate di arsenico
- 5,96 tonnellate di cromo
- 13 tonnellate di benzene e innumerevoli altri inquinanti
Il valore di mercurio nell’acqua è superiore a quello ammissibile per legge. Secondo quanto indicato dal servizio di Report, in 50 anni sarebbero state riversate in questo tratto di costa 400 tonnellate di mercurio sempre autorizzati in deroga alla legge.
Residui di cloruro di calcio, i residui della lavorazione del bicarbonato di sodio, sono ovunque nella zona e questo comporta una serie di rischi. L’organizzazione delle Nazioni Unite per l’ambiente nel 1999 valutò questa come un’area tra le più inquinate al mondo, stimando un totale di 40milioni di dollari per le bonifiche necessarie.
Nonostante vi sia un cartello che vieta la balneazione, gli scarichi evidenti anche dal satellite e la valutazione delle Nazioni Unite, sono molti i turisti che frequentano queste spiagge e fanno il bagno in queste acque.
L’azienda Solvay è arrivata in questi luoghi nel lontano 1912 e, come sottolinea il servizio di Report, per far digerire meglio la sua presenza ha costruito intorno alla sua fabbrica un’intera città fatta di case e tutti i servizi utili. Qui tutto è legato al padre del bicarbonato di sodio Ernest Solvay.
(Nel 2003 è evidente e sotto gli occhi di tutti che vi è un problema di scarichi, la polvere bianca è ovunque. Viene così fatto tra il ministero dell’Ambiente, la Regione Toscana e la provincia di Livorno un accordo di programma con Solvay che prevede che l’azienda non superi il tetto massimo di scarichi di solidi sospesi pari a 60mila tonnellate. Accordo però che non viene rispettato, Solvay proprio non ce la fa ad adeguarsi e allora che succede? Si adegua lo stato! La soglia di solidi sospesi massima diventa di 250 mila l’anno!
Tutto questo ha anche, ovviamente, un impatto sulla salute delle persone che abitano nella zona. Come dichiarato da Claudio Marabotti, medico e ricercatore del CNR di Pisa, la possibilità di ammalarsi di mesotelioma pleurico è molto più alta (300% rispetto alla media regionale).
Le pericolose polveri bianche di scarto della Solvay, poi, svela Report, sono finite anche lontane dallo stabilimento in quanto negli anni sono state scaricate in alcune discariche (aree oggi sono adibite anche alla coltivazione del grano!)
Tutto questo inquinamento non è però solo prerogativa di Rosignano. Report ricorda anche i problemi ambientali e di salute creati dalla Solvay a Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria. Qui l’azienda è stata condannata in Appello per disastro ambientale a causa dell‘inquinamento da Pfas. Lo Stato italiano da anni discute sui limiti allo scarico di questi inquinanti, non più in produzione, ma nel frattempo l’azienda li ha già sostituiti con un’altra sostanza che immette nell’ambiente da ormai 7 anni. Di cosa si tratta? Non è ancora chiaro ma potrebbe trattarsi dei cosiddetti “Pfas di nuova generazione” per i quali non esistono ancora standard e le analisi sono ancora sperimentali.
Si parla tra l’altro dello scandalo dell’acqua avvelenata prelevata dalla falde sotto la fabbrica Solvay e distribuita gratuitamente dall’azienda ai cittadini ignari della situazione.
( Informazioni tratte da regina.eu , greenme.it, Report )
Quale bicarbonato scegliere?
Con le informazioni attuali sarebbe auspicabile scegliere un bicarbonato di sodio prodotto da aziende responsabili che non sversano nelle acque il carbonato di calcio, il prodotto scarto della produzione.
Il carbonato di calcio può essere utilizzato assieme ad altri sali (viene utilizzato in campo alimentare come addensante) , sta tutto nella scelta dell'azienda produttrice e soprattutto nella coscienza dei dirigenti.
Se sulle confezioni di bicarbonato di sodio la provenienza è Rosignano, è certo che provenga dalla famosa azienda che tutti conosciamo (perché come abbiamo detto, non ci sono prove che venga estratto ancora dai giacimenti naturali), ma non è l'unica in Italia, in Europa e al mondo a produrre bicarbonato di sodio, per cui non ci rimane altro che informarci sulla provenienza della produzione.
Very ınteresting post. Thanks for your sharing...
RispondiEliminaNoce, thank you ☺️
EliminaNon uso il bicarbonato.
RispondiEliminaCiao Roberta.
Meglio ancora se hai trovato alternative migliori 🙂
EliminaUn' analista accurata di un prodotto che purtroppo viene poco usato, nonostante abbia delle importanti potenzialità.
RispondiEliminaCertamente ha delle grandi qualità, va utilizzato però con parsimonia. Grazie per essere passata 🙂
EliminaPer fortuna di bicarbonato ne uso davvero pochissimo; tuttavia queste notizie - purtroppo - sono sconvolgenti e quello che più rattrista è la mancanza di controllo e rispetto delle leggi da parte dello Stato che sembra non avere mai potere tanto quanta è invece la paura delle multinazionali.
RispondiEliminaSta a noi scegliere se acquistare o meno, il potere d'acquisto 😉
EliminaCaspita, non ne avevo idea, io lo uso spesso in cucina. Molto interessante, grazie 😊
RispondiEliminaMi fa piacere ti sia stato utile 🙂 grazie a te per essere passata a leggere.
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